Caino senza fissa dimora
Molto probabilmente tutti conoscono la storia, ognuno la legge e la interpreta come vuole, ma è interessante guardarla con l'occhio di Antonio Riverso con "Caino senza dimora, esegesi del ritorno", il quale volge un sguardo benevolo verso l'omicida, ponendo delle attenuanti al suo delitto. Caino preso dalla rabbia furiosa si scaglia contro il fratello uccidendolo, la gelosia gli aveva divorato il cuore, il Signore a lui preferiva suo fratello Abele e lui ne soffriva. Certo, il Signore avrebbe potuto ascoltarlo, sentire le sue ragioni... cercare di comprendere l'efferato gesto e invece lo ha cacciato via, condannandolo a vagare per il mondo senza una fissa dimora per l'eternità. Caino parte con tutta la sua famiglia, ma poi si allontana da solo e comincia il suo vagare. Si dice che abbia fondato tutte le città del mondo e quindi l'Autore lo insegue con curiosità, vuole scoprire i luoghi nei quali ha soggiornato. Di fronte ai suoi occhi si svelano tanti paesaggi, mille volti e tantissime storie. Il concetto di felicità, secondo Caino, è legato all'idea di un sistema di architettura avanzata, Eu-metapolis, volto alla liberazione della concezione classica di città e delle sue infrastrutture. Forse potrà realizzare il suo sogno, forse potrà fermarsi, chissà: magari il Signore l'ha perdonato.
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