Come i media italiani (non) parlano di violenza di genere
Un'incursione acuta e puntuale nel mondo dei media per indagare come vengono affrontati i casi di violenza di genere. Si scopre che nei giornali, nei programmi tv non solo ci sono quelli che imputano parte della responsabilità a chi ha subito violenza, ma più sottilmente spesso si usano un linguaggio e delle metodologie che pilotano il giudizio del lettore/telespettatore in modo subdolo elencando per esempio le caratteristiche di buon cittadino di chi in preda a un raptus uccide. Si intervistano conoscenti che ne parlano come di una brava persona, un gran lavoratore. Della vittima molte volte invece si evidenziano ipotetiche abitudini e frequentazioni discutibili suggerendo quasi che se la sia cercata. L'autrice cita esempi anche di programmi tv notissimi che solitamente vengono percepiti come schierati dalla parte dei più deboli ma che possono contenere una certa leggerezza nel presentare determinati atteggiamenti riprovevoli. Interessante anche come si affronti in modo differente l'argomento quando si tratta di colpevoli stranieri. E qui si aprono altri scenari in cui la vittima è davvero finalmente vittima, ma solo perché insidiata dall'extracomunitario che osa appropriarsi della "roba" nostra, come si sentirebbe dire da qualcuno al bar, a casa, con i colleghi.
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