La madre di Cecilia

La madre di Cecilia

Nella consueta routine quotidiana ci abbandoniamo alla lentezza del tempo della normalità, quando tutto sembra immobile, non passare mai, non deteriorarsi. Invece il tempo consuma, giorno dopo giorno, ogni cosa. Oggetti, alberi, persone, corpi e luoghi. E così, quando ci ritroviamo di fronte al distacco da una madre, tutta la nostra vita si riavvolge in un nastro e nella pellicola i piccoli riquadri scorrono veloci restituendoci agli occhi, ma soprattutto al cuore, ricordi vestiti di emozioni che ci fanno d'un soffio rivivere quello che siamo stati. La nostra infanzia, la famiglia, gli affetti, le incomprensioni, i legami con la terra d'origine. Nel paesaggio collinare luminoso e rassicurante affiorano le fatiche della campagna, l'allegria delle feste, la pacatezza degli affetti che si intrecciano ad una lenta metamorfosi dei sentimenti, in un'indissolubile legame tra madre e figlia. "Tra queste colline" riflette Cecilia "si compiono dei miracoli, grazie ai legami che hanno unito i loro abitanti, i quali si sono conosciuti per quello che erano e sono in grado di riconoscersi di generazione in generazione. Ogni gesto è rafforzato dalla naturalezza del contatto con la terra, con il sole, con la pioggia. Non si tratta di corsi e ricorsi storici, ma di attraversare un sogno che per me ha la concretezza della vita di mia madre Adele."
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