Come me
«L'altalena della vita, quel su e giù continuo e perturbante di sensazioni e riflessioni, non può eludere fatti all'apparenza banali eppure forieri di piccole grandi verità. La "Festa", che dà il titolo a una delle poesie che forse racchiudono meglio la visione del poeta, è "creata per divertire/ dimenticare/ tutti i nostri problemi". Un modo per anestetizzare i dolori, per soffocare appunto i problemi. Eppure questa operazione - per le anime più sensibili, si intende - non riesce. Ed è in fondo un bene: "Ma più ci provi/ più ti corrodi/ e più ti corrodi/ e più di senti vivo". È una scelta dunque quella di corrodersi, di scalfire se stessi e il proprio io, di andare nel profondo delle cose, di sentire tutta l'intensità possibile. Una scelta richiamata dal bisogno di sentirsi vivo. Ed ecco allora che Gabriele Alberto intitola subito dopo una poesia a se stesso ("Gabriele"): "Stanco di essere ciò che sembravo essere/ voglioso di nuove esperienze/ nuove vite/ nuovi luoghi/ stanco degli stessi occhi lacrimanti/ stanco di nascondermi/ pronto a riemergere".» (dalla prefazione)
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