Io, ombra all'imbrunire, attendo
«Sono componimenti che vivono in una dimensione che non esiste, poiché alla perdita di un figlio ci si ritrova in uno spazio-tempo che è vita ma allo stesso tempo non lo è; un luogo/non-luogo dove le ombre sono presenze, dove il buio è consapevolezza, dove il cuore è un laccio indistruttibile legato a qualcosa che non può tornare, ma nemmeno scomparire, mai, del tutto. Le immagini a cui dà voce Arietta Treccosti sono quelle di una quotidianità che non può più esistere e che rincorre un ricordo, una frase, un sorriso, nell'indicibile vana speranza di stringerlo a sé e scoprire quel profumo smarrito anche se mai perduto.» (dalla Prefazione)
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