L'entropia
L'entropia: "L'entropia, si diceva, è la propensione di qualunque sistema a tendere invariabilmente verso il caos. Ecco, era forse quella la definizione giusta: non malinconia, non apprensione. Ma sensazione eminentemente fisica che tutto, nella mia stanza, esattamente come all'interno del mio corpo e, invariabilmente, persino nel cuore della mia stessa anima, tendeva a disgregarsi verso un caos nero e incomprensibile; inumano". Il protagonista di questo lungo romanzo è un uomo di 75 anni che temendo di dover sopportare che la propria anima perda la dignità duramente coltivata nel corso di tutta la sua lunga esistenza, imprigionata, come sarebbe, in un corpo che l'estrema vecchiaia non farebbe più rispondere ai suoi ordini - decide di porre fine alla propria vita e, nelle poche ore che lo separano dal gesto estremo - che egli pianifica con cura maniacale nell'intento di mantenere, persino nella morte, una parvenza minima della dignità che egli ritiene abbia conservato in ogni suo gesto - rimesta e reinterpreta l'intero suo passato, manifestando nuovi e, per lui stesso, sorprendenti moti di rivolta del proprio essere contro tutto ciò che è stato, nella certezza che tutto quanto è avvenuto, irrimediabilmente non potrà essere cambiato. È un moto ondoso ora placido, ora irruento, in cui lo spirito si abbandona alla dolcezza di un ricordo, poi s'infiamma, sopraffatto dal rancore o dalla prepotenza del rimorso; infine, s'interroga sul senso dell'esistenza e, quasi senza volerlo, osservando e analizzando quanto di più intimo si è agitato e tuttora si agita nel profondo, solleva lo sguardo, ti
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