Un indovino mi disse
Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: «Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai». Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia (che a suo modo si avvera: in Cambogia, nel marzo '93, un elicottero dell'ONU si schianta con ventitré giornalisti a bordo, e fra loro vi è il collega tedesco che ha preso il suo posto…). La trasforma, però, in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere davvero alcun aereo, senza per questo rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria. Spostandosi in giro per l'Asia in treno, in nave, in macchina, a volte anche a piedi, il giornalista può osservare paesi e persone da una prospettiva spesso ignorata dal grande pubblico: ci aiuta a ritrovare il gusto del Viaggio, ci guida alla scoperta di un continente in bilico tra passato e futuro (e che ricorre alla magia come antidoto alla modernità), ci insegna a conoscere palmo a palmo l'intero Sud-Est asiatico. Il documentatissimo reportage si trasforma man mano in una piacevole esplorazione, in un'appassionante avventura, in un racconto ora ironico ora drammatico, in qualcosa di eccezionale, come il resoconto di un interminabile viaggio in treno dalla Cambogia a Berlino o quello di una traversata su una nave portacontainer da La Spezia a Singapore. Vagabondaggi insoliti e di per sé entusiasmanti, cui si intrecciano – ancora più insoliti e inquietanti – gli incontri fortuiti o provocati durante il percorso: maghi, santoni, veggenti, invasati, stregoni, sciamani, ciarlatani, tutti i profeti dell'occulto sondati per comprendere sia il loro mistero sia il proprio futuro. O per tener fede a quanto un giorno un indovino disse... Prefazione di Angela Terzani Staude.