Storia del cane che non voleva più amare
Un cane ferito e tradito dagli uomini. Una veterinaria cocciuta. Una storia vera. Bella come una favola. «A vederla mentre dialoga con gli animali che ricovera, la dottoressa Pais sembra davvero avere l'anello di Re Salomone, quello che - ricordava Lorenz - permette di parlare con le bestie.» - Io Donna «Il tempo passava e Mano, il nostro cagnone scontroso, stava lì, come un bocciolo da innaffiare con pazienza ma da cui non ci si può aspettare un cenno di fiducia. Si può solo attender e sperare che, prima o poi, fiorisca.» Mano è un randagio, un maremmano scontroso e taciturno, regale e bellissimo come i maremmani sanno essere. Ma quando arriva nella clinica di Monica non è più niente di tutto questo. È stato ripescato da un canale, incaprettato e con la museruola. Un pescatore di carpe lo ha notato dibattersi nell'acqua torbida e ha chiamato i soccorsi. Ora, sul tavolo da visita, quello scheletro di cane stremato e semi-annegato sembra solo uno straccio intriso d'acqua e fango. Sta rivolto con il muso verso il muro, perfettamente immobile, e non risponde a nessuno stimolo. Ma se una mano entra nel suo campo visivo lui si difende con ferocia disperata: morde a vuoto l'aria, perché nessuno deve toccarlo. Morde per istinto, per scelta, per disperazione. Morde per paura. In onore della sua missione di flagellatore di mani, il nuovo arrivato viene battezzato Mano e Monica si imbarca nella lunga avventura di curarlo e restituirlo al mondo dei vivi. La aspetta una delle sfide più lunghe, ardue e straordinarie con cui le sia mai capitato di misurarsi. Questa è la storia del cane Mano, che dagli umani ha ricevuto la violenza più atroce e il dono dell'amore, e che degli umani toccherà nel profondo le coscienze. Parte dei proventi di questo libro finanzieranno i progetti e le attività della onlus Effetto Palla
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