L'arte del non governo. Da Prodi a Berlusconi e ritorno
La nascita della seconda Repubblica è stata anche il segnale che le riforme non potevano più essere procrastinate e che finalmente, dopo la caduta del muro di Berlino, i tempi erano maturi per una nuova e diversa classe dirigente. Se guardiamo alla storia degli ultimi vent'anni non si può dire che nulla sia stato fatto, ma è difficile non vedere che, dopo l'ingresso in Europa, il passo è diventato sempre più lento e ormai la locomotiva del cambiamento, come una vecchia vaporiera, sta inesorabilmente fermandosi avvolta in una nuvola di sbuffi. È proprio della 'fase terminale' della seconda Repubblica che si occupa questo libro, che raccoglie gli interventi - apparsi quasi tutti sulla "Stampa" negli ultimi due anni - di un osservatore lucido e sgomento, che assiste al tramonto dei sogni di vent'anni fa e vede che quel tramonto ben poco ha a che fare con il colore dei governi, e molto invece con l'attuale stile della politica in Italia. Luca Ricolfi ricostruisce, articolo dopo articolo, le diaboliche e occulte affinità che accomunano le politiche dei governi di destra e di sinistra: l'occhio di riguardo per i privilegi dei dipendenti pubblici, la disattenzione per le imprese, la retorica dello sviluppo del Mezzogiorno, le devastazioni della scuola, la paura della meritocrazia e della concorrenza, per non parlare dell'occupazione della sanità, della RAI, di una miriade di enti pubblici e semipubblici da parte di un esercito di mestieranti della politica. Lo stile della politica oggi in Italia, secondo l'autore, si sostanzia di un'incredibile mancanza di rispetto per la verità dei fatti, e quindi per la nostra dignità di elettori: mirabili artisti del non governo reggono le sorti del paese, fingendo continuamente e disperatamente di fare, di decidere, di governare, ma in realtà cercando solo di nasconderci che siamo ormai fermi, immobili, vittime di un crudele incantesimo.
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