Sull'amore sulla morte
Eros e Thanatos, Amore e Morte, l'amore per la morte e la morte per amore: uno dei temi-totem che attraversano, anzi incarnano come pochi altri, in un eterno ritorno, il pensiero e l'arte dell'Occidente, e non solo. Narratore sfuggente a ogni classificazione, Suskind lo è altrettanto da saggista. Egli pone e si pone alcune domande: perché il tema dell'amore è indefettibilmente legato a quello della morte? L'amore è una malattia, anzi la più folle e spaventosa delle malattie? La passione amorosa al più alto grado conduce all'idea di morte? Per rispondere, l'autore del Profumo chiama a testimoni Socrate, Platone, Goethe, Kleist, Stendhal, Wagner, Thomas Mann; mette a confronto i destini di Orfeo e Cristo, con una netta preferenza per l'umana debolezza del primo. Affronta insomma l'argomento senza timori reverenziali, anzi, quasi con dichiarato intento dissacratorio. Ed è soprattutto in questo confronto impertinente e beffardo con la Storia e il Mito che si ritrova il romanziere, capace di misurarsi con gli abissi del sublime senza scendere a patti, e di tracciare con pochi segni febbrili un ritratto controcorrente, al contempo sapido, severo e assolutamente laico, di un passato che non solo è parte di noi, ma nel quale ciascuno può guardarsi come in uno specchio.