Dentro la guerra
Unica giornalista italiana al seguito dell'esercito americano, Monica Maggioni ha vissuto per settimane insieme ai soldati americani in Iraq. Ha indossato come loro la MOP, la rigida e pesantissima tuta di protezione contro gli attacchi chimici, spesso senza dormire o riuscire a lavarsi, ha mangiato per giorni le razioni K. Tutto solo per essere "dentro la guerra" con il punto di vista di chi la vive in prima persona, in prima linea. In questo libro, però, non ci sono resoconti di battaglie con l'esercito di Saddam né lotte per il potere tra sciiti e sunniti. C'è, invece, la forza, e la fragilità, di tanti giovani soldati e di comandanti degni di un film d'azione, accomunati dal desiderio di tornare presto a casa, vivi. Scritto con il passo agile del narratore che racconta in diretta realtà inedite e lo sguardo curioso dell'inviato che cerca di essere il più vicino possibile alle cose che accadono, il libro si spinge sempre più avanti lungo la linea del fronte, fino alla città santa di Najaf. Qui il lettore visiterà il famoso ospedale da campo MASH, dove sorridenti dottori guariscono uomini che altri americani hanno ferito. Incrocerà lo sguardo di iracheni che si improvvisano guide per condurre l'autrice nelle loro case, ospitali e poverissime. Entrerà poi nelle tende dove si pianificano le strategie di guerra, sentirà il rumore fortissimo di una tempesta di sabbia, e la voce del deserto nel silenzio. Ma è la voce di Monica Maggioni, donna in un mondo tenacemente maschile, che racconta - tra viaggi in camion o in elicottero, tra le sabbie e il cielo - il volto più autentico della guerra. Perché solo quando un reporter "racconta esattamente quello che vede", quello che scrive diventa davvero credibile.
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