Cacciatore e preda
1807: Sharpe, promosso tenente delle giubbe verdi, non riesce a "legare" con i nuovi colleghi ufficiali. Decide quindi di disertare, ma, rimasto senza un soldo, deruba e uccide l'odiato direttore dell'orfanotrofio in cui è cresciuto. Sta per fuggire da Londra quando riceve l'incarico di scortare un certo maggiore Lavisser, che deve raggiungere Copenaghen con una cospicua somma per corrompere il principe ereditario di Danimarca al fine di trasferire in Inghilterra la flotta da guerra danese, su cui ha messo gli occhi la Francia, rimasta senza navi dopo la battaglia di Trafalgar. Gli inglesi, pur di impedire che quella flotta finisca ai francesi, sono pronti, se fallisse la missione di Lavisser, a usare la forza, bombardando Copenaghen. Quando i due sbarcano sulle coste danesi, Sharpe scopre che Lavisser lo vuole morto. Riesce a salvare la pelle, ma è solo. Raggiunta la capitale, chiede aiuto a un mercante, Skovgaard, in realtà a capo di una rete di spionaggio che lavora per gli inglesi. Questi non soltanto non crede a Sharpe, che accusa Lavisser di furto e assassinio, ma lo scambia per un sicario incaricato di uccidere il principe ereditario, e lo rinchiude per consegnarlo allo stesso maggiore. Sharpe, ancora una volta, riesce a fuggire appena in tempo, perché Lavisser arriva prima del previsto con una banda di sicari. Ma, più che Sharpe, è Skovgaard l'uomo che Lavisser intende catturare. Il maggiore, infatti, lavora segretamente per i francesi e, avendo capito che il mercante regge le fila dello spionaggio inglese, intende cavargli di bocca i nomi dei suoi informatori. Letteralmente, perché allo scopo gli strappa due denti. Sharpe lo salva, uccidendo i suoi aguzzini, ma non Lavisser. Intanto la flotta e l'esercito britannici hanno stretto d'assedio Copenaghen. Lavisser è in agguato, ma anche Sharpe...
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