Casi sepolti
La chiamano 'resurrezione', ma è una discesa all'inferno. Un corso di riabilitazione per poliziotti indisciplinati con qualche macchia nella carriera, lupi solitari che rifiutano l'autorità e la collaborazione. John Rebus ha tutte le caratteristiche per esservi ammesso, e un'ultima intemperanza con il suo capo lo proietta direttamente in un gruppo di colleghi della sua stoffa. Tra iniziale diffidenza, bevute e battute goliardiche, gli allievi di questa particolarissima classe simpatizzano, e si fanno anche chiamare il Mucchio Selvaggio. Ma ognuno di loro ha qualcosa da nascondere, Rebus per primo. In realtà la sua 'punizione' è una copertura e il suo incarico prevede una pericolosa infiltrazione. Tre dei suoi colleghi sono sospettati di aver sottratto un bel gruzzolo a un delinquente, molto tempo prima, e la polizia vuole beccarli prima che vadano in pensione. Ma quando il vecchio caso su cui la squadra è chiamata a esercitarsi a scopo didattico si rivela tutt'altro che chiuso, la possibilità di una 'resurrezione' professionale si trasforma in un gioco al massacro: inganni, sospetti, tensione e, come se non bastasse, la comparsa della lunga mano della malavita scozzese e di un carico di droga che fa gola a molti, gangster e poliziotti corrotti. Un'esca davvero troppo allettante per non essere sospetta. Tanto più che, a Edimburgo, Siohban Clarke, fida allieva di Rebus e neopromossa sergente dell'Investigativa, si trova a indagare sull'omicidio di un mercante d'arte stranamente legato ad alcuni dei personaggi che animano il caso del suo mentore. E se tra tutti questi casi corresse un filo comune, che lega sbirri corrotti e malavitosi ben protetti e spalleggiati dalla politica? Forte del successo ormai affermato in tutto il mondo, lan Rankin gestisce un intrigo formidabile con la mano di un vero maestro e racconta una vicenda realistica, dura, ma che non rinuncia al mistero e alle caratteristiche del giallo classico dove la soluzione emerge, inaspettata, solo all'ultima pagina.