Il gene della matematica
"La vostra predisposizione per il linguaggio è esattamente ciò che vi serve per fare della matematica. Pertanto, nell'esporre la mia tesi, dovrò spiegare come mai tante persone non sono in grado di utilizzare un'abilità fondamentale che secondo me comunque possiedono. Parte della spiegazione sta nel fatto che la maggior parte della gente non sa che cosa sia davvero la matematica. Non si tratta solo di numeri e di aritmetica. Una volta che avrete capito che cosa essa studia davvero, l'idea che il pensiero matematico non sia altro che un modo specializzato di usare la nostra predisposizione per il linguaggio dovrebbe apparirvi molto meno sorprendente."Il titolo è metaforico (non esiste alcun 'gene della matematica', nel senso di una sequenza specifica di DNA umano che conferisca l'abilità matematica a chi lo possieda), l'epilogo è una sorta di parodia a sorpresa. L'ironia emerge a più riprese in queste pagine, ma non deve trarre in inganno: questo è un libro serio e, insieme, molto divertente. Il timore quasi fobico che molti nutrono nei confronti della matematica è un dannoso orpello culturale, senza alcuna giustificazione biologica, dal momento che tutti abbiamo, fin dalla nascita, la facoltà cerebrale preposta al pensiero matematico: è la stessa che ci consente di usare il linguaggio. Qual è questa facoltà? Il pensiero simbolico o, come dice Keith Devlin, il pensiero off-line. La dimostrazione di tale assunto offre all'autore la possibilità di parlare della materia di cui si innamorò da ragazzo, dopo averla detestata da bambino; ma parlando di matematica egli ci guida in un affascinante viaggio alla scoperta dell'evoluzione del pensiero. Matematica e linguaggio si fondano entrambi sulla capacità umana di giocare con i simboli. Ma perché si è evoluta questa caratteristica? Perché la sopravvivenza stessa dei nostri progenitori è stata sempre strettamente connessa alla capacità di comprendere il mondo e di riflettere sulle relazioni esistenti fra le sue [...]