Il grande gioco. Lettera ai nipoti
Caro Alexander, cara Anna, caro Sebastian, siete ancora in tenera età [...] Avete davanti a voi un viaggio, presumibilmente lungo. Vivrete la vostra vita nella pienezza dei vostri sentimenti, proverete le vostre sorprese e le vostre emozioni, avrete le vostre avventure, ogni volta crederete di vivere esperienze nuove, straordinarie, come nessun altro al mondo. Ed è giusto che sia così. Ma non sarà un male se, sotto sotto, avrete la consapevolezza che non c'è niente di nuovo sotto il sole; che tutto quello che provate è già stato provato prima; e che, se qualcosa va male, a tutto c'è rimedio. Non saranno certo le mie riflessioni a liberarvi dagli smarrimenti che di tanto in tanto vi assaliranno: anzi, è giusto che li proviate, quegli smarrimenti, arricchiranno anch'essi la vostra vita. Ma tra uno smarrimento e l'altro sarete un pò meno tristi se ricorderete le mie parole, frutto dell'esperienza. Ora vi scrivo una lettera. Non certo per risparmiarvi le ambasce che vi attendono, non certo per farvi evitare gli errori: altro ci vuole. Forse per aiutarvi a capire, qualche volta, se ci riesco. Ma soprattutto, per rimanere un pò più a lungo fra voi. E per farvi sentire, quando leggerete e capirete, che vi sono stato molto vicino.
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