Salvato dal nemico
Ettore Monticone deve la vita a un nazista. Nell'aprile del 1944 suo padre, sfollato in un villaggio del Piemonte, era stato catturato dalle ss durante un rastrellamento e stava per essere fucilato assieme ad altri cinquantuno civili. Ma l'ufficiale tedesco responsabile della strage lo salvò in extremis. Per Ettore, giornalista e inviato di un grande quotidiano, questo misterioso gesto di clemenza - risalente a tre anni prima della sua nascita - diventa una sorta di ossessione, che lo spinge a investigare sul passato del padre e del suo carnefice-salvatore. Innescata dall'incontro casuale con una donna fascinosa e sfuggente, l'indagine si snoda, come un viaggio nel tempo, tra flash-back e colpi di scena, fino al sorprendente epilogo. La guerra civile che insanguinò l'Italia dal 1943 al 1945 è tuttora oggetto di letture contrapposte e faziose, spesso condizionate dal clima politico del momento. In questo libro, Riccardo Chiaberge dà voce a quella maggioranza silenziosa di italiani che nei mesi convulsi seguiti all'8 settembre pensava prima di tutto a sopravvivere, assistendo impotente al conflitto fratricida tra due idee di patria. Quella "zona grigia" che sarebbe più giusto chiamare "resistenza sommersa": una vasta area di opinione ostile alla guerra e a chi l'aveva voluta e favorevole agli alleati, ma riluttante a schierarsi in modo aperto a fianco degli antifascisti. Pietro e Alida, genitori dell'io narrante, appartengono appunto a quest'area. Rielaborando in chiave romanzesca un episodio realmente accaduto, nel quale fu coinvolta la famiglia dell'autore, "Salvato dal nemico" sgombra il campo dalle ricostruzioni di parte per sposare una semplice verità: che la memoria è un fatto individuale. Di condiviso ci può - ci deve - essere soltanto la 'pietas' per i morti di ogni colore e la riconoscenza verso i partigiani che hanno contribuito a liberare l'Italia.
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