Nove zeri. Viaggio tra i miliardari della porta accanto
Anche se non si riconoscono, ci sono. Mescolati tra la gente che incrociamo ogni giorno. Anonimi, vestiti come tutti. Normali. Forse più sorridenti che tristi, perché il problema di come campare non li tocca. Secondo una recente indagine, in Italia vivono 260.000 miliardari. Vengono definiti "individui ad elevata disponibilità finanziaria", con un patrimonio in denaro e titoli che supera il miliardo e mezzo. Senza contare altre tipologie patrimoniali, come case, terreni e oggetti di valore. A tale cifra, spiega la ricerca, bisognerebbe aggiungere il milione e duecentomila "benestanti e facoltosi" il cui patrimonio oscilla tra i seicento milioni e il miliardo e mezzo. Ma la ricchezza italiana non ha ancora molto da spartire con l'impalpabile eldorado della New Economy e dei fenomeni a essa collegati: è concreta, solida, frutto di una cultura del risparmio e del sommerso, di un tenace e atavico istinto all'accumulazione. Tuttavia, chi si aspettasse di trovare qui rigorose istruzioni su come arricchirsi, resterebbe deluso. Anche se vi si potrebbe cogliere un comun denominatore, una certa esemplarità, perché la ricchezza tende ad annullare le differenze sul piano dei consumi e degli stili di vita. Eppure, in queste pagine, giocate sul sottile confine che separa l'abilità dalla fortuna, c'è di tutto: la signora che ha lasciato in eredità 13 miliardi al suo gatto e a un noto uomo politico; il giornalista che da un giorno all'altro si è ritrovato in tasca 57 miliardi in più; l'imprenditore che ha azzeccato il fatidico 6 al SuperEnalotto; i nuovi ricchi che vivono tra barche, elicotteri e alberghi esclusivi e quelli che, invece, sono socialmente impegnati. Dietro ciascuno, ossessioni private, situazioni patologiche, e un rapporto col denaro che spesso condiziona la vita.
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