Diecimila dolori
'La vita riserva a tutti diecimila gioie e diecimila dolori', sostiene un detto buddhista. E i dolori non sono di certo stati risparmiati a Elizabeth Kim, fin dalla sua nascita in un poverissimo villaggio della Corea del Sud. Figlia illegittima di un soldato americano, Elizabeth, per la sua famiglia, non è altro che una 'honhyol', un'infamia vivente. E con spietata determinazione quella stessa famiglia, per mano del nonno e dello zio, decide di lavare l'intollerabile 'onta', uccidendo la madre 'peccatrice' - la dolcissima e volitiva Omma - e abbandonando la piccola 'bastarda' al suo triste destino in un orfanotrofio di Seoul. Le speranze di Elizabeth si riaccendono quando una coppia di americani decide di adottarla, portandola con sé negli Stati Uniti; ma quello che potrebbe sembrare il Paese della felicità si rivela per lei una nuova, terribile prova, caratterizzata da un'educazione severissima, dall'assoluta mancanza di affetto e dall'impossibilità di liberarsi dal marchio della 'diversità' scritto nei suoi tratti asiatici. Eppure Elizabeth non si arrende: il suo corpo rimane a lungo prigioniero di assurde discriminazioni e di indicibili brutalità, ma la sua mente è sempre orgogliosamente libera. E, infine, arriverà per lei il momento di raccogliere i frutti del suo coraggio: rammentando un insegnamento della madre, secondo cui la dignità si conquista soltanto seguendo il proprio cuore e non le regole della gente, Elizabeth deciderà infatti di rompere le sue catene e fuggire, trovando poi la forza di raccontare come ha vissuto i suoi 'diecimila dolori' e com'è riuscita a conquistare le sue 'diecimila gioie'. Questo libro è dunque la sua testimonianza, uno struggente racconto autobiografico che non risparmia le confessioni più terribili, narrate però con limpida voce poetica, che trasforma le sofferenze in un inno all'amore, alla speranza e al perdono.