Folle folla

Lui: Guido, quarantenne, asciutto, il volto attraente ma spettrale, solo lo sguardo vivo e inquieto, caporedattore Interni di un telegiornale.Lei: Chiara, trentenne, vagamente androgina, femminista, insegnante di storia e filosofia in un liceo scientifico.La loro storia, deflagrata con un'attrazione intellettuale da parte di lei e una fisica, violenta, da parte di entrambi, un anno dopo consuma la propria crisi in una sazietà triste che provoca in Chiara un malessere profondo, una sempre più evidente volontà di chiudere quell'esperienza, che lascia a sua volta in Guido il tormento di un vuoto semplice e nudo. Dietro di loro, genitori con i quali i rapporti sono stati elementari e fuggevoli, percorsi dall'astio non dichiarato che preclude ogni vera confidenza. La morte delle rispettive madri sembra schiudere nuovi orizzonti, ma all'improvviso due tragici eventi scuotono l'ambiente mondano e quello politico-televisivo. Una parziale chiave di lettura dei due misteri, e non solo di essi, si trova nelle cartelle cliniche del padre di Guido, uno psichiatra-filosofo appena andato in pensione. Attraverso la loro lettura, Guido viene a conoscere straordinarie vicende umane e patologie che rivelano la "normalità della follia" nelle più disparate figure della routine quotidiana: magistrati, scrittori, editori, omosessuali, raffinati stilisti, ruvidi bottegai. Tutto questo in un romanzo estremo, il cui protagonista è perennemente scisso tra i sogni della propria esigente ma velletaira moralità e i bisogni rappresentati dall'inevitabile necessità del compromesso. Illusioni e delusioni scandiscono i tempi di un'avventura fatta di luci fatalmente destinate a diventare ombre di una lacerazione non più componibile, contagiosa come un morbo sottile. Fra trasalimenti e stanchi abbandoni di un Eros eroso dalla vita, la vita stessa è, in realtà, una battaglia tra falsi vincitori e veri vinti.