L'architettura romana. Dagli inizi del III secolo a. C. alla fine dell'alto impero. I monumenti pubblici

"Nessun'altra attività umana è legata alle strutture sociali e politiche e alle condizioni economiche quanto l'architettura; ma a Roma, più che altrove, il rapporto dell'edilizia pubblica con il potere, la sua influenza sull'edilizia privata e, per finire, la commistione delle sfere politiche e gentilizie hanno da sempre conferito alla classe dirigente un ruolo determinante [...]; in altre parole, è fallace pensare di comprendere l'origine e lo sviluppo di una forma al di fuori del suo contesto storico." Così, nell'Introduzione, Pierre Gros presenta questo volume, dedicato all'architettura pubblica delle città e dei santuari. Avvalendosi delle più recenti acquisizioni e scoperte, l'autore esamina i principali componenti del paesaggio urbano negli ultimi tre secoli della Repubblica e nei primi due secoli dell'Impero, durante i quali la continua estensione del 'nomen Romanorum' ha come conseguenza che il destino dell'Urbs si confonda dapprima con quello dell'Italia e poi con quello del mondo mediterraneo. L'opera è divisa in cinque parti: nella prima sono trattati gli elementi che definiscono e articolano lo spazio urbano; nella seconda si analizzano gli elementi costitutivi del centro monumentale (templi, fori, basiliche e curie); la terza è dedicata agli edifici scenici e ludici; la quarta ai monumenti dell'acqua (terme, fontane e ninfei, latrine); la quinta, infine, ai monumenti del commercio(mercati, magazzini e depositi). Presentando ciascun tipo edilizio in forma 'monografica' e tenendo conto di tutte le varianti in uso nelle diverse province dell'Impero, l'autore delinea la storia architettonica di ogni categoria monumentale considerata nel lungo periodo, con particolare riguardo alla definizione dei prototipi e alle loro contaminazioni o trasformazioni indotte dalle esigenze specifiche delle comunità interessate, dalle diverse aree culturali e dall'evoluzione del clima politico.