La donna dalle ali di cera
Il tempo è stato crudele con Emily Kempin-Spyri, cancellandone il nome e il ricordo nella memoria popolare. Eppure la sua storia, già straordinaria di per sé, appare oggi fondamentale per chiunque voglia comprendere sino in fondo quel formidabile balzo in avanti che la dignità e il ruolo della donna hanno compiuto dagli inizi del secolo a oggi. Figlia di un pastore protestante in seguito diventato alto dirigente delle ferrovie - uomo tanto innvoativo nella professione quanto conservatore nella vita privata - la giovane Emily Kempin, ribelle per natura e decisa a rompere gli schemi a tutti i costi, sposa contro il volere della famiglia un pastore di modesta estrazione sociale e di scarse possibilità eocnomiche. Sarà lui che aiuterà Emily a conseguire, nel 1887, a 34 anni la laurea in giurisprudenza all'università di Zurigo (una delle poche che ammettesse anche le donne), permettendole così di diventare la prima donna avvocato d'Europa. Emigrata in America per esercitare la professione, Emily si trova a dover lottare contro ogni tipo di difficoltà e se, per un istente, la fortuna sembra arriderle (riesce addirittura a fondare una scuola di diritto riservata alle donne), dopo qualche tempo le esigenze familiari (la nascita di tre figli e l'estrema insicurezza del marito) la travolgono, costringendola a far ritorno in patria, dove però trova soltanto una serie ininterrotta di umiliazioni. Minata nel corpo e nello spirito, questa 'donna dalle ali di cera' soccomberà alla malattia mentale e si spegnerà in un ospedale psichiatrico di Basilea. Basato su testimonianze dell'epoca, il romanzo di Eveline Hasler ricostruisce con passione la vita di Emily, consentendoci di apprezzare in tutte le sue sfumature la personalità di una donna che volle, con tutta se stessa, volare verso il sole della libertà e dell'indipendenza e pagò di persona questa bruciante e incontenibile aspirazione.
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