Proteste d'amore
Lui era alto, scuro come il cioccolato, bello da impazzire e con un sorriso da conquistatore. Lei era carina, esuberante e indipendente, snella ma non secca, proprio il tipo giusto per lui. Franklin Swift aveva un lavoro (precario) nell'edilizia, un matrimonio (fallito) alle spalle e due figli (maschi), ma soprattutto aveva deciso di stare alla larga dalle donne per un po' di tempo: mi complicano la vita, diceva. Zora Banks era una (valida) insegante di musica, cantava (bene) e scriveva (ottima) musica: la sua carriera di cantautrice stava per incominciare e lei aveva scelto di ritirare le sue azioni dalla Borsa dell'Amore: troppi fallimenti, sosteneva. Poi Franklin e Zora si sono incontrati in un appartamento di Brooklyn e l'unica meta della loro vita è diventata quella di sopravvivere all'impatto devastante del loro amore con un mondo spietato, scoprendo sulla loro pelle quanto sia travolgente il desiderio, quale sia il prezzo dei ricordi, e come siano dolorose certe parole mai dette che però arrivano dritte al cuore come stilettate. "Green Card" in nero, "Tornando a casa" senza Vietnam (ma con Malcom X), "Follia d'amore" newyorchese... tutto questo è "Proteste d'amore", storia tanto eccezionale da sembrare comune di un uomo e una donna che imboccano con slancio il tunnel dell'amore, salgono sulle montagne russe della passione per un giro inebriante e finiscono per imbattersi nei fantasmi dell'incomprensione che abitano il castello fatato. C'è qualche speranza per Zora e Franklin di uscire indenni da questo Luna Park? E, soprattutto, ne usciranno 'insieme'?
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