Non dire una parola
Brutto mestiere, quello dello psichiatra. Almeno così la pensa Nathan Conrad, quarant'anni, una calvizie incipiente, un fisico un po' malandato per qualche eccesso giovanile e, naturalmente, psichiatra. Brutto mestiere, certo, soprattutto quando si ha a che fare con depressi all'ultimo stadio e maniaci incurabili e si è convinti di poter ritrovare la pace tra le braccia di due angeli lontani anni-luce dal mondo che il dottor Conrad ritrova ogni giorno nel suo tetro studio medico. Ma non è possibile giocare a rimpiattino con la follia e poi tentare di ingannarla rifugiandosi nelle tenerezze di una moglie fedele e nel sorriso di una figlia affettuosa. Anche perché la follia sa esattamente dove colpire e ha già trovato due sicari pronti a servirla, due uomini crudeli e determinati che si muovono a loro agio nei labirinti creati dal delirio e dalla paura. Nel buio della coscienza, il dottor Conrad sarà allora chiamato a giocare una partita contro il tempo e la morte, cercando improbabili alleati nei discorsi di una donna bellissima e schizofrenica, nei modi poco ortodossi di un poliziotto, nel proprio - vacillante - intuito... Possibile che tutto questo possa accadere a un abile, tranquillo, stimato professionista? Possibile che il paradiso si possa trasformare da un istante all'altro nell'inferno più abietto? Possibile che l'amore, gli affetti più cari, la vita stessa possano dissolvere nel terrore? Sì, è possibile. Ma nessuno può sapere come e quando. Nessuno potrà 'dire una parola...' Inquietante, tesissimo, angoscioso, appassionante: "Non dire una parola" è un giallo d'alta scuola, uno psico-thriller di enorme impatto, un romanzo che rinnova la grande tradizione del genere 'nero' e del poliziesco americano.
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