Una corona di piume
La ricerca della verità, mistero proteiforme e insondabile, "complesso e oscuro come una corona di piume", è il filo conduttore di questo volume di racconti del Premio Nobel 1978, ambientati in parte nei quartieri ebraici e negli shtetl della Polonia prima dell'olocausto hitleriano e in parte nel mondo dell'emigrazione ebraica negli Stati Uniti. Il motivo di tale ricerca e della connessa ambiguità serepggia affascinante e inquietante nelle diciotto storie che lo compongono. Un'ambiguità che può essere di natura morbosamente erotica o malinconicamente sentimentale, come quella di madre e figlio che ballano nella notte di Varsavia, in attesa della mostruosità nazista, oppure quella del pittore che fingendosi (o essendo veramente?) omosessuale viola l'alcova matrimoniale dell'amico, oppure ancora quella che tiene legati i vecchi e nostalgici seguaci russi di Kerenskij, in solitario e irriducibile esilio a New York... Talvolta si tratta di un'ambiguità di natura più occulta, che evoca tempestose passioni e roboanti personaggi dell'aldilà attraverso tutti gli elementi dello spiritismo, o fa agire e persino parlare le presenze oscure della mitologia ebraico-orientale; dybbuk, demoni, folletti, elfi, lantuch... E, in ultima istanza, un'ambiguità ancor più sottile e coinvolgente, ovvero quella in cui si trova immerso l'uomo nella commedia della vità, un'ambiguità che consente a Isaac B. SInger di mettere in scena alcuni dei suoi personaggi più memorabili e di scrivere alcuni dei suoi racconti più incisivi.
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