Comica finale. Ovvero non più soli
Wilbur Swain, rifiugiatosi sull'isola di Manhattan assieme a pochi superstiti, racconta la sua vita: si sofferma sull'intelligenza della sorella Eliz, a suo dire più capace di lui, e sulla loro formazione. Erano brutti, bruttissimi, a differenza dei genitori, motivo per cui furono segregati in casa e, diventati adolescenti, separati. Lei verrà inviata in una clinica psichiatrica, lui, invece, diventerà presidente degli Stati Uniti. Un romanzo satirico che riflette sulla solitudine e sulla morte, ambientato in un mondo falcidiato da malattie, collassi economici e cambi periodici della gravità.