Perle ai porci

Perle ai porci

America, anni sessanta. Un immenso patrimonio verrà espropriato da un furbo avvocaticchio libanese, se costui riuscirà a dimostrare che il proprietario è matto da legare. Il presunto matto è Eliot Rosewater: ubriacone, pompiere volontario, ex combattente pentito e presidente di una grossa fondazione che opera a livello culturale e assistenziale, deciso a ridistribuire la sua immeritata fortuna. E persino chi accetta i soldi pensa che il benefattore non abbia tutti i venerdì. Nel Vangelo secondo Matteo Gesù dice: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.» Ma Eliot va avanti per la sua strada, getta le perle a piene mani sognando un mondo più giusto. E nell'ufficio in un paesino depresso dell'Indiana, dove tanti anni prima erano iniziate le fortune di famiglia, troverà una formula magica per realizzare i suoi progetti. Critica sociale e amarezza si fondono nell'utopia di un'America e di un mondo che possano frenare la folle corsa del capitalismo e dimostrare il coraggio di frugare nelle pieghe del disagio e della disuguaglianza che minano il valore civile dell'uomo.
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