Storia dei miei soldi
A raccontarci questa storia è una scrittrice, resa famosa quando era molto giovane da un audace romanzo nel quale metteva in scena sé stessa. Adesso è una donna adulta, ha costruito una famiglia e le sembra di avere compreso che scrivere per lei è stato il frutto di un’urgenza ora sopita. Ma la vita si incarica di dimostrarle che per conoscersi veramente bisogna trovare lo specchio in cui guardarsi e mette sul suo cammino Clara, l’attrice che quindici anni prima è stata il suo doppio nel film tratto da uno dei suoi romanzi. Clara è ancora bella ma i suoi grandi occhi verdi a tratti diventano laghi di vergogna; Clara ha fame ma deglutisce con fatica; Clara non ha più soldi, e trova il coraggio per chiederli a chi incontra. Più di tutto, Clara ha bisogno di raccontare la sua storia e improvvisamente questa diventa una missione che le riguarda entrambe. Per le due protagoniste comincia un viaggio che si dipana sulle tracce del solo alimento che – insieme alla passione – può consentirci di diventare chi siamo: i soldi. Dopo aver osato mettere al centro delle sue pagine il desiderio femminile, Melissa Panarello scrive il suo romanzo più autentico e intenso che si propone di indagare un altro grande tabù: quello del denaro fra le mani di una donna. La figura di Clara T. si staglia in queste pagine come una antica divinità divorata dal suo stesso amante, e con voce ferma racconta le ustioni che il successo e la ricchezza lasciano sulla pelle di chi li attraversa, le trappole che la giovinezza tende a chi è più fragile, il privilegio e la dannazione del talento.Proposto da Nadia Terranova al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione: «Vent'anni fa una scrittrice ha pubblicato un romanzo che era una favola sull'amore, sulla solitudine, sulla ricerca di sé attraverso il corpo. Era adolescente, ed era anche una scrittrice: non lo si diventa a un'età , lo si nasce – però, siccome era giovane, quel romanzo testimoniava la sua gioventù. Scatenò clamore perché testimoniava anche un'epoca in cui si riteneva inaccettabile che gli adolescenti avessero una vita sessuale che sfuggiva alle proiezioni degli adulti, fu definito immorale e scandaloso, allora non andavano di moda hashtag o cordoni contro le aggressioni misogine, e la scrittrice tradotta in tutto il mondo attirò le peggiori, cavandosela sempre senza lagne e con eleganza. Vent'anni dopo, la scrittrice è sempre una scrittrice, e a differenza di tanti che smaniano per il successo non ha mai dovuto inseguirlo, piuttosto si è concessa il lusso di non abbandonare l'unica avventura realmente audace della sua vita: essere sé stessa. [...] Così, Storia dei miei soldi risulta un romanzo magnifico, scivoloso e sapiente, che gioca con il grottesco, con il doppio letterario, con l'autofinzione, scritto dalla voce saggia di una donna capace di abbracciare la bambina che non smetterà mai di portare dentro. Una voce insieme millenaria e infantile, e perciò, senza necessità di pose o travestimenti, semplicemente e naturalmente magica.»