L' intelligenza artificiale. L'uso delle nuove macchine
Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, e Federico Cabitza, tra i maggiori esperti di intelligenza artificiale, ci aiutano a scrutare un orizzonte che sembra sconfinato, ma davanti al quale ci si sente smarriti. L'intelligenza artificiale concorrerà alla costruzione di una nuova umanità o a un ecosistema nel quale l'uomo sarà ai margini?«Solo se si capisce che l'AI è una nuova forma di capacità di agire, e non una nuova forma di intelligenza, si può capire veramente la sua sfida etica e quindi affrontarla con successo» – Luciano Floridi«Sta a ciascuno di noi decidere come usare la nostra "ultima invenzione" e scegliere quale futuro vogliamo contribuire a realizzare per l'homo faber che è in noi» – Federico CabitzaUna sera d'autunno del 1998, nell'Aula Magna dell'Università degli Studi di Milano, Carlo Maria Martini presentava con trepidazione il tema della decima Cattedra dei non credenti, dal titolo "Orizzonti e limiti della scienza". Martini esprimeva il desiderio di ascoltare da persone coinvolte in vario modo nell'impresa scientifica come vivessero le frontiere della loro conoscenza. Cercava una riflessione che si collocasse sull'orlo della scienza, una testimonianza sul conoscere al limite del non conoscere e sul credere al limite del non credere. La nuova edizione della Martini Lecture Bicocca vuole raccogliere l'eco di quella trepidazione. Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, e Federico Cabitza, tra i maggiori esperti di intelligenza artificiale, ci aiutano a scrutare un orizzonte che sembra sconfinato, ma davanti al quale ci si sente smarriti. Mentre si celebrano le "magnifiche sorti e progressive" dell'intelligenza artificiale una domanda si fa pressante: concorrerà alla costruzione di una nuova umanità o a un ecosistema nel quale l'uomo sarà ai margini?