Turmac Bleu. Un'autobiografia sognata
Tra il vero e il falso, tra l’invenzione simbolica e una realtà che spesso supera la più folle delle immaginazioni, in un gioco dello spirito continuo che non mostra mai del tutto le sue carte, l’“autobiografia sognata” di Umberto Silva racconta insieme la storia di una famiglia, gli orrori e le dolcezze del vecchio mondo e lo splendore di un’epoca irripetibile. «Amoroso, tenero e insolente» - Barbara Alberti, Anna «Umberto Silva è un autore che meriterebbe di essere conosciuto da una cerchia più vasta di lettori. I suoi scritti mi appaiono a volte come un nuovo genere, mi ricordano quelle farfalle e quegli insetti non ancora catalogati che un entomologo scopre per caso» - Raffaele La Capria, Corriere della Sera Vi sono momenti nel cammino di ciascuno in cui l'esistere incontra una violenza che lascia interdetti: momenti che solo dopo anni e anni trovano la via del racconto. Un uomo è sveglio alle tre della notte, e ripercorre il suo passato: l’infanzia dorata e piena di ombre in una villa dal grande giardino, con un padre affascinante che appare, scompare e scialacqua denaro nei modi più eccentrici e una madre addolorata sempre chiusa nelle sue stanze, la Milano degli anni cinquanta, l’istituto dei gesuiti, la scoperta del sesso e della cultura, la rovina economica della famiglia; e poi il trasferimento a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia dove lavorerà e diventerà amico di grandi registi, attori e scrittori, il tutto inseguendo il comunismo, amori e ardori erranti, cercando di lasciarsi alle spalle fantasmi che poi si ritroverà a inseguire senza requie, mentre la sua vita incredibile e lunare procede per larghi balzi narrativi verso l’età matura e una gioiosa paternità.
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