Il pomeriggio di un fauno
Il pomeriggio di un fauno è un breve romanzo tagliente che esplora il significato di verità in un'epoca in cui questo concetto appare più che mai manipolabile e l'esercizio più praticato è la riduzione della realtà ai propri interessi. Sullo sfondo dell'ascesa al potere di un tronfio, misogino colosso d'oro e d'avorio, una meditazione amara e sottile su ciò che siamo disposti a credere, o pronti a non credere, delle storie che sono le vite degli altri.«Non possono sopravvivere gli uomini dal viso di fauno, coi loro puri contorni e con la loro strana calma amorale» – D.H. LawrenceMarco Rosedale, giornalista televisivo inglese trapiantato a New York, dopo una giovinezza rapace ha avuto un buon successo, ancorché non vistoso, e gode di una meritata, solida reputazione. Che rischia di essere spazzata via dal lancio imminente del memoir di Julia Gault, ex collega già brillante ma in declino, di cui trapela in anticipo parte del contenuto: un'accusa di stupro che viene dal passato remoto. Marco si confida con il narratore, inglese in America come lui, che si trova combattuto tra gli obblighi di un legame di vecchia data e il desiderio di ricostruire che cosa è successo quarant'anni prima in una camera d'albergo a Belfast, ammesso che sia possibile. Un desiderio che lo fa precipitare nell'orbita della donna al centro del caso, in un terreno ambiguo dove il confine tra difesa e complicità muta e sfuma di continuo.