Vite italiane
Come nel caso dei fratelli Bandiera e di don Tazzoli, tramite cui ripercorre un Risorgimento nascosto, o dell’avventuriero Luigi Palma di Cesnola, primo direttore del Metropolitan Museum di New York. La formidabile passione ideale di Anna Kuliscioff, giunta dalla Russia, «a farsi italiana e fin milanese», tenendo a battesimo il socialismo nostrano. La fiamma libertaria di Andrea Caffi, bohémien per vocazione. E ancora, Pietro Quaroni, ambasciatore alle prese con l’Impero britannico dopo l’armistizio. Edda Ciano, consegnata al destino amaro degli sconfitti dopo che l’ascesa del fascismo l’aveva resa libera senza pagare alcun prezzo, e il percorso opposto di Filomena Nitti, uno dei drammi più dolorosi dell’antifascismo liberale. Italiani non comuni, su cui vale la pena interrogarci, perché «posare lo sguardo su queste vite e queste morti serve a risospingerci verso il futuro».
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