Con altre parole. La divulgazione umanistica
Vale la pena raccontare gli scrittori del passato e le loro opere? L’autrice si interroga sui modi in cui, dal XVIII secolo, la cultura è stata divulgata, disseminata, comunicata ai non addetti ai lavori: donne, bambini, lettori che conoscono alcune cose ma non altre. Già da tempo le scienze e la storia hanno saputo diventare “pubbliche”, si sono cioè impegnate per condividere le conoscenze e le competenze fuori dal mondo accademico. Anche la cultura umanistica si sta muovendo in tal senso: sugli scaffali delle librerie sono esposti testi enciclopedici che raccontano opere letterarie in pillole e biografie che narrano a un pubblico di tutte le età la vita di donne e uomini memorabili. E tutto ciò con un linguaggio chiaro, semplice, efficace. Così si afferma un nuovo modo di pensare il rapporto tra narrazione e pubblico, con possibilità e limiti indagati in questo volume.
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