Non nel mio nome
Davanti alle tragedie collettive degli ultimi mesi Michele Santoro sente il bisogno di lanciare un grido d’allarme contro l’orrore che ci lascia ormai indifferenti. In questa sconvolgente e appassionata denuncia non fa sconti e sottopone a una feroce critica tutte le grandi contraddizioni che ci hanno condotto sull’orlo del baratro: una democrazia bloccata da una politica inconcludente e impreparata, che non vede alternative se non affidarsi a tecnici e cavalieri salvifici; la parabola del populismo che ha mostrato tutti i suoi limiti nella disfatta del Movimento 5 Stelle, che pure era emerso come forza dirompente in grado di smuovere le acque di una politica insensibile ai problemi dei cittadini; un’informazione ormai megafono della propaganda, da cui è bandito non solo il dissenso ma qualsiasi interrogativo, e che si riduce a inseguire e ingigantire questioni pretestuose, senza incidere sulle sorti del paese. Uno non si è mai piegato alla logica del consenso. L'altro ne ha fatto l'arma con cui espugnare il paese. Uno ha cercato la verità per raccontarla. L'altro è maestro nell'arte di dissimularla: entrambi magnetici e capaci di catalizzare l'attenzione, quelle di Silvio Berlusconi e Michele Santoro sembrano vite parallele. Parallele, ma destinate a incontrarsi generando alcuni scontri tra i più accesi a cui l'Italia abbia assistito negli ultimi trent'anni. Con il suo stile documentaristico e narrativo, partendo proprio dai contrasti di cui sono stati protagonisti, Santoro traccia una appassionante controstoria del Cavaliere, della sua ascesa e degli eccessi, dei trionfi e dei passi falsi. Un'epopea a colpi di misteri, incontri, diktat e editti, personaggi e volti più o meno noti, comprimari e comparse, dalle maratone antimafia che il giornalista condusse a reti unificate alla discesa in campo di Berlusconi, dalla frattura plateale del 2001 da Sofia alla puntata-duello di Servizio Pubblico del 2013. Fino alle ultime, inaspettate, aperture: «La statura politica, le capacità umane e imprenditoriali di Berlusconi sono fuori discussione»; «A Santoro non hanno mai fatto difetto né l'intelligenza, né la capacità giornalistica di individuare il punto delle questioni». Una pace definitiva? Una tregua? O una nuova fase del duello per arrivare alla verità?