Una passione libera. In forma di autobiografia

Una passione libera. In forma di autobiografia

Su Tinto Brass circolano tanti falsi miti. Questa autobiografia si ripropone di sfatarli, per consegnare ai «posteriori» un ritratto intimo, una confessione schietta e irriverente che rimette alla loro «ardua sentenza» l’anima, il pensiero, la vita tutta dell’uomo e del regista.Definito agli esordi dalla critica francese «il nipotino di Orson Welles», Tinto Brass è un artista tra i più provocatori e divisivi del panorama culturale italiano. Al di là delle estenuanti lotte per far uscire e difendere dalla censura i suoi film, quali momenti e personaggi ne hanno segnato la vita e il percorso creativo? In questo libro il grande regista racconta e fa rivivere incontri, scontri, fasi creative e momenti di abbandono, nell'arco del lungo percorso che lo ha visto protagonista, non solo al cinema: il rapporto d'amore e odio con Venezia, città natale, e la famiglia d'origine, il periodo a Parigi e alla Cinémathèque française, la lezione di Roberto Rossellini, l'intuizione dei cortometraggi sperimentali con cui, su invito di Umberto Eco e Vittorio Gregotti, partecipò alla Triennale di Milano, le tante attrici feticcio e l'incontro con Caterina Varzi, ex ricercatrice universitaria e avvocata che ha eletto a «musa ermeneutica». Ma anche, negli ultimi anni, la malattia e la sofferenza, il moto d'orgoglio che lo ha spinto a reagire rimettendosi al lavoro, la battaglia più sofferta e amara che lo ha visto trascinato in tribunale dai figli e che il regista paragona al dramma di Sofocle.
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