Sempre soli con qualcuno
Con una scrittura esatta, matura, spregiudicata fino a diventare struggente, Annalisa De Simone ci racconta ciò che accade quando si sceglie di vivere, invece di portare avanti una vita anche se questa vita non ci corrisponde più.«Un continuo muoversi tra passato e presente, tra quell’io narrante e quel lei specchio del suo stesso vedersi, quasi parlasse di un’altra da sé, accompagnati da momenti di riflessione ora consegnati a pochissime righe, ora distesi in domande che restano aperte» - Ermanno Paccagnini, la Lettura «Può esserlo di più o un po' meno, ma il sospetto è sempre un'opinione fondata. Nei ristoranti che piacciono tanto a mio marito, sospetto sta per "traccia", "sentore di". Crema al caviale e un "sospetto" di limone candito; granchio, aglio nero, lumachine di mare e un "sospetto" di pomodoro giallo: impronta presente in minima quantità. E tuttavia quando il presentimento di un danno si trasforma nella certezza del pericolo risalire il dorso del tempo diventa impossibile. Qualcuno la chiama entropia. Mia madre la definirebbe "strina", un vento gelido che penetra nelle ossa e ti toglie il respiro.» La giovane protagonista di questo romanzo vive a Roma e ha origini abruzzesi. Ha una bella casa, un uomo che la ama e con il quale, grazie al quale, ha costruito una vita piacevole, agiata, di grandi ideali di sinistra. La giovane donna protagonista, soprattutto, ha delle ambizioni. Desidera lavorare in un mondo nel quale le parole diventino cose che, come oggetti e strumenti, rallegrino, costruiscano, arredino la vita. La seconda ambizione, d’abbrivo più nascosta, ha a che fare con i sogni, una rappresentazione di sé, l’ansia di futuro: la giovane donna protagonista desidera un figlio. E lo vuole dal suo compagno. Che nicchia, non dice no, ma antepone il suo lavoro di avvocato di successo per i diritti degli ultimi. La donna dirige un festival di letteratura e incontra un deputato abruzzese con il quale dovrebbe lavorare per L’Aquila. Il compagno della donna è biondo, alto, ricco, di sinistra, e il deputato è piccolo, bruno, di origini contadine e di destra. Se la donna e il deputato si amino non è interessante, è interessante invece che la donna e il deputato comincino una storia che porterà ciascuno a doversi confrontare con una nuova vita. Se questa nuova vita si realizzerà o resterà in potenza non è interessante, è interessante che quello che sembra stabilito si riveli provvisorio. Con una scrittura esatta, matura, spregiudicata fino a diventare struggente, Annalisa De Simone ci racconta ciò che accade quando si sceglie di vivere, invece di portare avanti una vita anche se questa vita non ci corrisponde più. Nessuno sa cosa sia una madre, sembra dirci De Simone, che quella madre i figli li abbia fatti oppure no.