Autobiografia di Alice B. Toklas
«Circa sei settimane fa Gertrude Stein disse: "Mi sembra che non scriverai mai quell'autobiografia. Sappi che sto per farlo io. Sto per scriverla al posto tuo. Scriverò con la stessa semplicità con cui Defoe scrisse l'autobiografia di Robinson Crusoe". E l'ha fatto, eccola qui.»«Dare voce ad Alice Toklas è solo il modo che Stein ha trovato - un modo a dire il vero ingegnoso e inquietante per i risvolti psicologici che fa intravedere nel loro rapporto - per erigere a sé stessa un monumento letterario, senza dovere pronunciare il pronome "io"» - Alessandra Sarchi, la Lettura Uscita per la prima volta nel 1933, l'Autobiografia di Alice B. Toklas è l'opera che ha procurato a Gertrude Stein quel successo di pubblico al quale aspirava da molti anni e che non era riuscita a raggiungere con nessuno dei suoi libri precedenti. L'ingegnoso escamotage di far parlare la compagna in sua vece le consente di scrivere una memoria della propria vita in terza persona, e così il libro contiene almeno due autobiografie intrecciate: la sua e quella di Alice Toklas, oltre a quelle dei numerosi artisti e scrittori che frequentarono il loro salotto in rue de Fleurus e ammirarono l'impressionante collezione di opere d'arte lì raccolte. Stein ci fornisce un ritratto vivacissimo della vita artistica parigina dei primi anni venti del secolo scorso. Con andamento aneddotico, e non di rado autocelebrativo, il suo racconto ci porta a conoscere i vizi, le manie, i gusti, le riflessioni i Picasso, Matisse, Braque, Apollinaire, Hemingway, svelando i risvolti più umani e quotidiani delle loro vite e delle loro carriere dall'inizio del Novecento allo spartiacque della prima guerra mondiale.