Il giardino e l'arsenale. Una storia della Biennale
La vicenda della Biennale rivela la storia di uno straordinario luogo di confronto, di un punto di riferimento per il dibattito artistico, di una fabbrica di innovazione e progettualità, uno strumento vivo che opera nel tessuto di una città viva. Che ruolo ha un’istituzione pubblica di cultura? E qual è la sua «forma»? Esiste un paradigma, un modello da emulare ed esportare? Paolo Baratta, grande protagonista della Biennale di Venezia per oltre vent’anni, ne scrive il racconto tra memoria culturale, cronaca personale e analisi economico-politica. Al fine di introdurre alle dinamiche di una realtà tanto complessa e affascinante, l’autore delinea le vicende e tratteggia le personalità che l’hanno guidata, restituisce i fermenti e le contraddizioni che l’hanno attraversata e il contesto di alcune opere e artisti che l’hanno segnata e caratterizzata. Non meno importante è l’indagine dei rapporti con la politica e dei cambiamenti istituzionali, dalle origini fino agli anni novanta. La grande riforma del 1998 infatti, che coincide con l’inizio della presidenza Baratta, trasforma la Biennale in un soggetto pubblico imprenditoriale, aprendo la strada a un’autonomia e indipendenza tanto attese dopo decenni di instabilità e incertezze. Tra intuizioni, scelte difficili, battaglie e conquiste, un percorso appassionante in cui si ricostruiscono le tappe del ridefinirsi di un’istituzione che si «riforma» dall’interno, con l’obiettivo di assicurare efficienza strutturale ed economica. Tutto ciò mantenendo nel tempo la sua vocazione: diffondere conoscenza, generare il desiderio di una nuova consapevolezza, sostenere la funzione dialettica dell’arte e della ricerca, promuovere la collaborazione e il dialogo tra i protagonisti della filiera.