I libri sono come le ciliegie. Cesare De Michelis in parole sue
Studioso, uomo politico, imprenditore, editore rabdomante e scopritore di talenti: sessant’anni di storia attraverso l’avventura umana e professionale di un grande protagonista della cultura italiana. «Cesare poteva sopportare tutto fuorché il luogo comune, la banalità, il cattivo senso comune; poteva amare invece il paradosso, la contraddizione, il conflitto, perché in quello vedeva, come tutte le persone che indagano, che interrogano, la molla per ogni avanzamento» - Massimo Cacciari Ha letto, scritto, prodotto e stampato. Ha «indossato» i libri come lenti attraverso cui interpretare il mondo e ha fatto della sua casa editrice una voce controcorrente fin dalla scelta del nome, quello di un ghibellino, in Veneto, regione guelfa. Giovane assistente alla regia cinematografica, allievo di Vittore Branca, appassionato dell'idea socialista, docente al primo incarico all'Università di Messina e professore emerito di Letteratura italiana all'ateneo di Padova, assessore alla pubblica istruzione nella «sua» Venezia, Cavaliere del Lavoro. Sulle mille strade percorse alla ricerca di nuovi stimoli, di energie umane e intellettuali sempre diverse di cui circondarsi, Cesare De Michelis ha incontrato e riconosciuto prima di altri talenti come Nico Orengo, Antonio Debenedetti, Gaetano Cappelli, Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini. Attento interprete della modernità, capace di dichiararne l'ambivalenza nell'anti-modernità, si è raccontato negli anni, tra pubblico e privato, svelando paradossi, snodi e scenari dell'industria culturale del nostro paese.