Max Weber e la città. Le radici sociali della democrazia

Max Weber e la città. Le radici sociali della democrazia

Quale contributo può offrire il celebre studio weberiano sulla città (Die Stadt) all'elaborazione di una teoria sociale della democrazia? Il modo in cui Max Weber ha analizzato la comparsa, nel Medioevo, di forme di autogoverno nell'Europa centro-continentale facendo continui richiami ad altre entità politiche come le città di traffico, le case patrimoniali, le tirannidi o i puri insediamenti amministrativi, può essere utile per avviare una riflessione sulle radici sociali delle democrazie contemporanee? Il volume, muovendo dal valore analitico-dialogico dello studio del sociologo tedesco, ricostruisce gli elementi che maggiormente suscitano negli individui desideri di partecipazione al governo della città e forme di partecipazione pubblica a vocazione democratica. Il lavoro libero – regolato giuridicamente e accessibile al maggior numero di persone –, leggi che impediscano il moltiplicarsi delle diseguaglianze sociali, un'amministrazione pubblica competente e responsabile, etiche professionali centrate sull'attenzione per l'altro e sul riconoscimento della comune condizione umana appaiono così leve fondamentali per ragionare, oggi, sulla formazione di comunità politiche democratiche.
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