Storici e storie. Delio Cantimori e Armando Saitta nella storiografia europea
Nella singolarità del proprio percorso e nell'incrocio della loro parabola biografica, Delio Cantimori e Armando Saitta rappresentano una delle espressioni più vitali della turbolenta ma anche appassionante vicenda storiografica dell'Italia del Novecento. Eretici italiani del Cinquecento è il capolavoro storiografico di Cantimori, mentre il nome di Saitta è legato alla biografia di Filippo Buonarroti, oltre che ai suoi manuali su cui si sono formate schiere di giovani studentesse e studenti. Ciò che accomuna la biografia collettiva degli eretici a quella del giacobino pisano è la volontà di prefigurare un futuro diverso e più giusto, ma anche la consapevolezza che la sconfitta patita nell'immediatezza della militanza si trasforma, a lungo andare, nella capacità di divenire modello di comportamento per le generazioni successive: i primi per la tolleranza, il secondo per il socialismo. Malgrado i secoli di distanza, al fondo c'è lo stesso sentimento di ribellione verso l'ingiustizia e un potere dispotico che li spinge ad attraversare l'Europa per trovare un luogo ospitale dove poter liberamente professare la propria fede e organizzare le nuove istituzioni democratiche. Delio Cantimori e Armando Saitta coltivavano un'idea d'Europa come patrimonio ideale in cui si annodano le fila di percorsi millenari; piace pensare che quell'Europa sia la stessa che culla e fa crescere speranze e aspettative ancora oggi.
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