Piccoli primitivi. Scienza e studio dell'infanzia nell'Italia liberale

Piccoli primitivi. Scienza e studio dell'infanzia nell'Italia liberale

Tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e la Prima guerra mondiale i bambini divennero in Europa il centro di un interesse professionale e scientifico senza precedenti: i corpi e la psiche, la salute e la cura, lo sviluppo “normale” e quello “anormale”, l'intelligenza e il senso morale furono oggetto del primo movimento internazionale di studio dell'infanzia. Anche in Italia, studiosi, scienziati e insegnanti si lanciarono con un misto di entusiasmo e preoccupazione in questo nuovo campo di ricerca, alla confluenza fra discipline diverse. In virtù del suo enorme potere simbolico, la figura del bambino animò analisi, dibattiti e iniziative che, pur avendo come obiettivo il benessere e l'educazione dei più piccoli, li trascendevano. Studiare quella fase della vita voleva dire interrogarsi sul significato dell'essere umano, sullo sviluppo individuale e sociale, sul rapporto fra interiorità e corporeità, natura e cultura, continuità e cambiamento. Attraverso l'indagine di una vasta gamma di fonti, questo libro porta alla luce un aspetto dimenticato della storia italiana, rivelando come molte delle nostre idee sull'infanzia abbiano le proprie radici in quel momento fondativo.
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