Le meraviglie dell'avanguardia. Arte e tecnologia all'inizio del Novecento
Gli artisti di inizio Novecento, molti dei quali afferenti alle avanguardie storiche, sono stati i primi a doversi confrontare con la nuova realtà industriale che, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, ha profondamente cambiato le società. Hanno cercato di abitare artisticamente quel nuovo mondo mettendo in primo piano il ruolo della macchina, delle nuove corporeità tecnologiche, dell'intelligenza non umana, della produzione di mondi virtuali. Inventando nuove macchine visive e instaurando nuove modalità operative tra artisti e ingegneri, le loro pratiche hanno messo in discussione le categorie classiche dell'arte contemporanea. Il volume rilegge l'arte di quel periodo da un punto di vista inedito, quello dei suoi rapporti con la tecnologia, e sottolinea come le sue tendenze abbiano anticipato molte pratiche e filosofie oggi imperanti. Dopo un'introduzione sull'arte ai tempi della rivoluzione industriale, vengono così analizzati il modo in cui il mondo industriale ne ha ribaltato le forme introducendovi dinamismo, velocità, frammentazione, complessità, e come gli artisti dell'epoca presero letteralmente d'assalto i media (cinema, fotografia, radio, grammofono) sperimentandoli direttamente o reinventandoli. Ciò porterà ad affrontare un tema mai trattato finora: quello di tutti quegli artisti che hanno inventato nuove macchine sonore e visive, nuovi dispositivi per una nuova arte nell'epoca della tecnologia.