L'estetica indiana. La scuola di Abhinavagupta
Abhinavagupta (X-XI sec.) occupa un posto eminente nel panorama filosofico-religioso dell'India premoderna ed è universalmente noto, in India e anche in Occidente, come il più grande maestro spirituale del Tantrismo hindu. Può destare sorpresa il ritrovare il suo nome stagliarsi con grande rilievo anche in un campo del sapere così formalmente distante come quello della poetica e più in generale dell'estetica. Uno dei molti meriti del presente volume è di avere incrociato l'opera più propriamente estetica di Abhinavagupta – il commento al Natya-sastra (“Scienza del Teatro”) intitolato Abhinavabharati – con le sue opere espressamente filosofico-religiose, implicitamente rivelando la forte matrice estetica che si annida in queste ultime. Fulcro di questo libro è la traduzione, ampiamente commentata e basata su un testo sanscrito significativamente migliorato rispetto alle edizioni esistenti, del geniale commento al cosiddetto rasa-sutra, una lunga e acutissima indagine sull'essenza dell'esperienza estetica (rasa, appunto) che condizionerà tutto il pensiero estetico dell'India fino ai nostri giorni, aprendosi a inaspettati quanto fecondi spunti comparativi con la tradizione occidentale classica e moderna.