La regia teatrale nel secondo Novecento. Utopie, forme e pratiche. Nuova ediz.
La seconda stagione delle riforme teatrali del Novecento, maturata tra gli anni Sessanta e Ottanta, vede l'elaborazione di teorie e la produzione di esperienze di assoluta originalità. I nuovi poeti della scena, oggi divenuti classici del Novecento, hanno realizzato un teatro centrato sulla figura di un regista per lo più demiurgo e creatore, autonomo rispetto all'istanza letteraria. Il volume, che si presenta in una edizione aggiornata e integrata, si muove su un duplice versante: delinea i tratti salienti della riflessione teorica e al contempo presenta gli specifici “stili” di lavoro. Emergono gli aspetti più originali e propri di questo poliedrico fenomeno registico: la rivoluzione totale del Living Theatre, la ricerca sulla corporeità e sulla presenza scenica dell'attore di Jerzy Grotowski e del suo discepolo Eugenio Barba, il teatro della luce di Robert Wilson, accanto alla scena dalla potenzialità plastica di Tadeusz Kantor, la ricerca della parola autentica in Peter Brook e in Giorgio Strehler, pur nella diversità delle poetiche e degli esiti. Ma anche le esperienze sul coro degli attori di Ariane Mnouchkine e l'ansia metafisica che pervade il lavoro di Anatolij Vasil'ev.