L' infinito proliferare dell'essere. Poesia e immaginario in Andrea Zanzotto

L' infinito proliferare dell'essere. Poesia e immaginario in Andrea Zanzotto

Il volume contestualizza l'opera di Andrea Zanzotto entro un discorso di tipo filosofico e antropologico nel quale risulta centrale la nozione di "immaginario", essendo la più adatta a descrivere alcune costellazioni tematiche che vi appaiono talvolta immutabili, altre volte soggette a trasformazioni tanto profonde quanto impercettibili. Dopo una prima analisi dell'idea zanzottiana di linguaggio come oggetto perennemente in bilico tra la sua natura di struttura antropologica e quella di strumento regolato dall'individuale arbitrio, il libro esamina la valenza filosofica della botanica e della geologia; questi due universi, infatti, forniscono a Zanzotto il lessico per definire un umore poetico che oscilla tra vitalismo panico e malinconia cronica. Infine viene presa in considerazione la categoria della spazialità, che vuole andare oltre quella di paesaggio, rendendo così giustizia allo spessore di una scrittura che corteggia la forma di un filosofare in versi. Dunque, qual è il vero tema della poesia zanzottiana? Per rispondere si rivela fondamentale l'approccio comparativo, grazie al quale si costruisce un dialogo tra Zanzotto e alcuni interlocutori privilegiati: i filosofi Deleuze, Guattari, Foucault; i poeti Bonnefoy, Ottieri, Montale e altri ancora.
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