Perché falliscono i partiti? Dal predominio della DC alla scomparsa dei partiti cattolici
Dopo il 1994, anno della scomparsa della Democrazia Cristiana, il voto dell'elettorato cattolico non è confluito verso un singolo attore di ispirazione cristiano-democratica. La frammentazione dell'offerta politica e il mancato consolidamento delle formazioni postdemocristiane possono essere interpretati alla luce di molteplici fattori. Nel volume sono analizzati i limiti organizzativi che hanno ostacolato la ricostituzione di un unico partito cattolico, a partire dall'ipotesi che i lasciti del modello originario abbiano continuato a produrre i loro effetti, in assenza delle condizioni strutturali che avevano favorito la dominance democristiana. Senza collante sistemico, le correnti presenti all'interno della DC hanno trovato una prosecuzione nelle formazioni politiche analizzate in questo volume: PPI, DL, CCD, UDC. Queste, non avendo sufficienti incentivi per dar vita a un partito unitario, hanno ricalcato i diversi modelli che convivevano nella DC, per quanto riguarda l'insediamento territoriale del party on the ground e il radicamento elettorale nelle diverse aree del paese. L'indisponibilità a condividere una comune progettualità organizzativa, sganciata da una occupazione "garantita" del potere, ha rappresentato la principale causa della mancata rinascita di un partito cristiano-democratico strutturato e competitivo.
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