Novelle per un anno. Vol. 1: Scialle nero-La vita nuda-La rallegrata-L'uomo solo-La mosca
«Raccolgo in un sol corpo tutte le novelle pubblicate finora in parecchi volumi e tant'altre ancora inedite, sotto il titolo Novelle per un anno che può sembrar modesto e, al contrario, è forse troppo ambizioso, se si pensa che per antica tradizione dalle notti o dalle giornate s'intitolarono spesso altre raccolte del genere alcune delle quali famosissime. […] M'affretto ad avvertire che le novelle di questi ventiquattro volumi non vogliono esser singolarmente né delle stagioni, né dei mesi, né di ciascun giorno dell'anno. Una novella al giorno, per tutt'un anno, senza che dai giorni, dai mesi o dalle stagioni nessuna abbia tratto la sua qualità. Ogni volume ne conterrà non poche nuove, e di quelle già edite alcune sono state rifatte da cima a fondo, altre rifuse e ritoccate qua e là, e tutte insomma rielaborate con lunga e amorosa cura. In grazia almeno di questa cura l'autore delle Novelle per un anno spera che i lettori vorranno usargli venia, se dalla concezione ch'egli ebbe del mondo e della vita troppa amarezza e scarsa gioja avranno e vedranno in questi tanti piccoli specchi che la riflettono intera». Luigi Pirandello L'edizione integrale e commentata delle Novelle per un anno, articolata in tre tomi, con un ricco apparato critico che presenta annotazioni e saggi introduttivi alle singole raccolte. «le Novelle per un anno raccontano in fondo le duecento e più battaglie dell'eterna guerra tra il Cosmo e il Caos (sulla cui coincidenza con il nome della contrada nativa Pirandello gioca, definendosi "figlio del Caos"); ma diversamente dal racconto della Genesi, nella trama-tipo delle novelle l'Ordine iniziale viene scompigliato dal Disordine, preparando lo scioglimento che può essere, caso per caso, felice, amaro o ambiguo. […] Signore di una lingua scorrevole e colloquiale quanto colorita ed espressiva, maestro di dialogo e di coups de théâtre diegetici, l'autore delle novelle condivide lo strabismo divergente del suo Mattia Pascal, facendone un simbolo del suo pensiero e della sua scrittura: figura di uno sguardo capace di penetrare con l'occhio destro dentro le cose e l'animo degli uomini, e di orientare il sinistro all'esplorazione dell'Altrove, tessendo un filo invisibile ma tenace “dal naso al cielo”». (Pietro Gibellini)