L'autunno del sultano

L'autunno del sultano

Un cadavere ripescato dal Bosforo: niente di così insolito, per i cittadini di Istanbul, abituati a ben altri drammi. Però questo è diverso: orribile a vedersi, sembra un «collage» di tre corpi distinti. È un mostro, una tragica beffa o uno strano messaggio? C’entra qualcosa con la mano carbonizzata che qualcuno ha lanciato, oltre il muro di cinta, nel giardino del sultano? L’uomo più potente dell’impero ottomano è inquieto: l’imperatore di Prussia sta arrivando in città per discutere del grandioso progetto della Baghdad Bahn, una ferrovia destinata a unire i loro regni, e non possono esserci incidenti. Malfidente e isolato dal mondo – secondo alcuni, pazzo – il sultano decide di chiamare a indagare un investigatore particolarissimo, l’architetto liberty friulano Raimondo D’Aronco, gran seduttore e acuto osservatore, che sa muoversi come pochi tra il bel mondo e i peggiori quartieri della capitale. E lui accetta, contro il parere del suo fedele assistente Volkan, che negli amati fondi di kahve legge problemi a non finire. Ma Raimondo ama la vita e il pericolo e si lancia nell’«indagine Chimera», tra agguati, duelli, arresti, intrighi amorosi, risse di taverna e misteriosi incontri nelle fumerie d’oppio. Avvicinandosi alla fiamma viva di un segreto millenario e mortale. Un libro rubato, un biglietto indecifrabile, un intrigo che sembra un rebus, enigmatico e multiforme come il cadavere impossibile che sta al centro di tutto: Raimondo D’Aronco, come un Indiana Jones dell’architettura, brilla con la sua inchiesta mozzafiato sullo sfondo di una metropoli affascinante, teatrale e decadente, crocevia di complotti che possono infiammare il mondo.
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