Nel nome del padre. Ciò che ho imparato dalla vita sul mestiere più bello
Non abbiamo più adulti. Stiamo diventando vecchi ma non adulti, forse perché abbiamo dimenticato come si fa a diventarlo. E perché è importante dare la propria testimonianza in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni situazione, anche quando le cose vanno male. Abbiamo sempre meno padri, capaci di interpretare e di vivere le difficoltà o di perdonare i figli. L’eclissi della figura paterna è un prodotto della società dei consumi, dove abbiamo messo il fare al posto dell’essere, il dire al posto del fare, il guadagnare al posto del vivere. Facendo così sparire l’idea di un futuro realizzabile soprattutto per i più giovani. La paternità per Don Antonio Mazzi è un fatto storico e un fatto religioso, il padre è protagonista della seconda nascita. La prima nascita, quella materna, si ha con l’uscita dal corpo della donna. La seconda avviene nel modo più compiuto quando si alimenta della coscienza e della maturità del padre. Ma l’attenzione si concentra quasi solo sulle donne e sulle madri, spesso in modo comunque inadeguato, mentre oggi l’urgenza più grande è forse un’altra: dobbiamo recuperare la coscienza paterna. Lo spiega l’autore in queste pagine con dovizia di esempi tratti dalla vita vera e dai Vangeli, condensando la sua pedagogia sul tema in un libro di ispirazione e conforto per le famiglie e proponendo persino una sua «formula chimica» dell’educazione dei figli.