Il fratello minore. Il mistero di Ettore Barzini, ucciso a Mauthausen
Libro candidato da Maria Ida Gaeta al Premio Strega 2021Un travolgente romanzo autobiografico. Un viaggio tragico e ironico attraverso tre generazioni in cui l'autore, con l'aiuto di lettere dimenticate, ricerche d'archivio e incontri sorprendenti, riscopre la figura di uno spirito libero nato nella famiglia sbagliata.Che fine ha fatto Ettore Barzini, figlio del celebre giornalista Luigi Senior e fratello di Luigi Junior? Perché in famiglia nessuno ricorda la sua morte nel campo di concentramento di Mauthausen? A dare una risposta all'enigma è il nipote Andrea, in un intenso racconto personale che è anche un capitolo di storia italiana attraverso le vicende di una famiglia eccentrica e di due fratelli molto diversi tra speranze e guerre, amore e morte, fascismo e aneliti di libertà. In queste pagine s'incrociano il declino di un padre compromesso col regime, la carriera ambiziosa di un figlio al «Corriere della Sera», e la vicenda dell'altro figlio, Ettore, agronomo solitario, cresciuto tra Italia, America e l'amata Somalia. Ma sono vite destinate a non incontrarsi mai, se non nella guerra che i primi due vissero da reporter e che il terzo decise di vivere con spirito di giustizia, a rischio della propria vita. Prefazione di Paolo Mieli.Proposto da Maria Ida Gaeta al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione: «Andrea Barzini ha scritto un romanzo in cui si intrecciano le vicende della sua famiglia con quelle dell’Italia in anni importanti del nostro Novecento. Padroneggiando bene una trama complessa, con una scrittura brillante e sapiente, ricostruisce con piglio investigativo la vita di suo zio Ettore Barzini, fratello minore di suo padre Luigi. Di questo zio Ettore in famiglia non si parlava mai, perché? Su di lui, sulla sua vita così diversa da quella degli altri maschi Barzini e soprattutto sulla sua tragica morte era scesa una coltre pesante di silenzio e rimozione. Aveva vissuto come tutta la sua famiglia tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma poi, da solo, anche in Giamaica e in Somalia. Non era giornalista, ma agronomo. Non era ambizioso e mondano, piuttosto solitario. Non era interessato alla notorietà, eppure sarà lui, il minore, a intercettare la storia del suo tempo, a combattere per la giustizia, a costo della propria vita. L’autore si addentra nel labirinto della sua storia familiare: “Ogni famiglia è un labirinto, ci vuole la mappa… grovigli ricoperti di rovi, segreti sussurrati, vergogne… Chi viene dopo crede di poter nuotare liberamente, e si sbaglia” e arriva a una certezza: “i collegamenti non si spezzano, sono cavi di acciaio… Inutile dire bugie, o mascherare verità, in famiglia si sa sempre tutto, i pensieri sono in onda”. Ho trovato commovente l’ispirazione che sostiene questo libro e ho apprezzato molto la descrizione introspettiva delle contrastanti personalità dei vari personaggi che lo animano. È un romanzo che con passione e originalità accetta la sfida di disvelare le relazioni possibili tra verità storica e documentata e verità letteraria e mostra grande capacità nel ricostruire la vita di Ettore, il protagonista, attraverso fonti d’archivio e pagine d’invenzione. Un libro che testimonia la fiducia nella possibilità di costruzione delle memorie attraverso la letteratura e l’immortale invenzione narrativa, guardando indietro per individuare quel che conta e trasportarlo avanti, scoprendo ciò che è stato in quel che oggi accade, per sciogliere nodi, per comprendere quel che siamo o che vorremmo essere.»